CEEH Centro de Estudios Europa Hispánica

Resultados | Doc. 64

Doc. 64: Carta de Alessandro Striggi, embajador de Mantua, al duque Vincenzo II Gonzaga y a su tío, donde refiere unos retratos ecuestres de Felipe IV y el Conde-Duque de Olivares pintados por Velázquez

24 March 1627
Place: Madrid
Location: Mantua, Archivo di Stato
Bibliography: Luzio 1913, p. 56
Correspondences: VV 31; CV 50
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Al Duca. Quello che mai hanno potuto fin hora i miei uffici a favore di Vostra Altezza nella causa del preteso matrimonio di D. I. lo ha finalmente potuto un honesto artificio mio usato con il Signore Conte Duca. Io mi era adoperato con ogni possibile maniera perché di nuovo si scrivesse dal Rè al conte d’Ognate nella conformitá precisa Contenuta nel memoriale che gli diedi a nome di Vostra Altezza […] ma tutto sempre era riuscito vano dicedomi questi Signori che l’autoritá di Sua Maestà non era ragione che s’interponesse in cosa di giustitia, perchè i prieghi di tanto Rè sarebbono espressi comandi […] Io dopo haver pensato a molti modi per ottenere l’intento feci fare dal piú famoso pittore di queste parti li due ritratti a cavallo l’uno di Sua Maestà, l’altro del Signore Conte Duca, che saranno qui annessi, de quali fo humilissimo dono a Vostra Altezza e pigliando pretesto d’esser da Sua Eccellenza ni tempo che ella fosse disoccupata et di buona voglia per ringratiarlo […] della lettera di protettione regia, fingendo che già nelle mani di lei fosse pervenuta le dissi insieme che dall’ Signore mi era stato comandato che io le mandassi due ritratti i piú naturali che si potessero del Rè e di Sua Eccellenza et che in esecutione della commissione ne haveva fatti far due ma che per carestia di buoni originali non Sapera se fossero riusciti cosi perfetti come haverei voluto che fossero: che peró la supplicava farmi gratia di comandare che dalla su guardarrobba me ne fussero prestati due de migliori, che io gli haverei fatti subito copiare, et nel medesimo tempo le mostrai i miei pregandola sempre a perdonarmi el troppo ardire mio in supplicarla di cosi fatta cosa. Sua Eccellenza vide i ritratti con molto gusto suo et restò contenta di essi ma molto piú della stima che Vostra Altezza mostra fare di lei et mirandoli fissamente mi disse che se bene non si poteva dire se non che fossero buoni ad ogni modo Velasquez pittore del Rè li haverebbe fatti assai migliori, consigliandomi già che haveva da inviarli a Vostra Altezza a non lasciare di valermi del sodetto pittore, la qual cosa accettai prontamente di fare purchè da Sua Eccellenza mi furse fatta gratia di domandargliele ella medessima affinichè fussero piú perfettamente fatti; onde incontinente diede ordine al detto pittore che stava nel suo quartrero dipirigendo la Regina che lasciata ogni altra opera etiandi di Sua Maestá me ne facesse due piccioli, quali finiti invier anche subito all’Altezza Vostra la qual sempre andò ringratiando Sua Eccellenza di molto honore che le faceva. Allhora vedendo io d’haver ben colpito et di haver dato all’ Eccellenza Sua quel cibo che le dá gusto mostrandosele di stimarla cominciai a entrare nella materia matrimoniale […] pregandola a far scrivere a Roma come si desiderava […] Et cosi ottimo effetto feci il solo artificio mio che non mi partii di là che diede ordine a nome del Rè […] di scrivere subito […] Madrid, 24 marzo 1627.